Che il sindaco Zambuto avesse, immediatamente dopo le elezioni, imboccato la strada del riavvicinamento verso il centrodestra lo avevo capito subito, tant’è che non ho fatto molta fatica a dimettermi seduta stante, mi meraviglia invece chi oggi si stupisce; eppure non era difficile comprendere le ragioni delle mie dimissioni. Purtroppo, oggi i risultati del tradimento nei confronti degli elettori che hanno sperato nel cambiamento sono sotto gli occhi di tutti, e la città in ginocchio era prima e in ginocchio è ancora oggi, anzi i problemi si sono ulteriormente aggravati sotto tutti i punti di vista, da quello economico e finanziario a quello della mancanza di manutenzione di scuole, strade e impianti sportivi ect., fino al crescente impoverimento materiale e sociale di vasti settori della popolazione agrigentina.
Che il comune fosse strutturalmente fallito lo si sapeva già da prima, soprattutto lo sapeva Zambuto che sino a due anni fa, era assessore al bilancio nella giunta dell’allora pupillo del presunto salvatore della sagra del mandorlo in fiore o della sagra del "calamaro fritto". Ma il credito che nel maggio scorso gli agrigentini hanno dato a questo sindaco, non può essere ripagato con gli slogan e con la demagogia spicciola o con la presa in giro su tanti temi. Chi si ricorda la farsa sull’aumento del 60% della tariffa del canone idrico, che io denunciavo e che il sindaco negava? Lo avevo sfidato a portare le prove, ma non ho mai avuto risposta. Per non parlare dei falsi crediti esigibili di tributi Tarsu ed Ici, messi in bilancio per gonfiare le entrate. E potrei continuare ancora, ma per brevità vorrei concludere questa nota riprendendo un fatto già denunciato a suo tempo ma oggi illuminante per quanto si sta verificando adesso e che la dice tutta sull’origine "dell'innamoramento dell’on. Alfano".
Il 7 luglio 2007, sindaco ed amministratori agrigentini andiamo a Palermo per affrontare la questione dell’altissimo costo del dissalatore di Porto Empedocle. A conclusione della riunione con il Presidente della Regione, il sindaco detta per telefono un comunicato stampa, oscurando quasi tutti i presenti, tranne se stesso, il Presidente della Regione e mettendo in luce la "positiva" presenza del deputato Alfano, che guarda caso però non era presente alla riunione. Io l’ho fatto notare al sindaco, ma la risposta di Zambuto è stata: fatti i fatti tuoi, che questi sono i miei.
Credo che ancora molti elettori si ricordano i comizi e le grida di Zambuto contro Alfano additato persino come il principale responsabile dello stato disastroso in cui si trovava Agrigento, ma incredibilmente oggi è diventato il novello salvatore della città perché consentirà lo svolgersi della sagra del "calamaro fritto". Che importa se poi non si risolveranno i veri problemi della città, se al comune non ci sono soldi nemmeno per comprare un attaccapanni per le disastrose aule scolastiche.
Un suggerimento lo vorrei proprio dare a Zambuto, quanto sfilerà per la sagra del mandorlo in fiore, si vesta da Arlecchino.
Lillo Miccichè
della Segreteria provinciale dei Verdi, Agrigento
16 gen 2008
Lillo Miccichè: "Zambuto come Arlecchino"
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