16 gen 2008

Lillo Miccichè: "Zambuto come Arlecchino"

Che il sindaco Zambuto avesse, immediatamente dopo le elezioni, imboccato la strada del riavvicinamento verso il centrodestra lo avevo capito subito, tant’è che non ho fatto molta fatica a dimettermi seduta stante, mi meraviglia invece chi oggi si stupisce; eppure non era difficile comprendere le ragioni delle mie dimissioni. Purtroppo, oggi i risultati del tradimento nei confronti degli elettori che hanno sperato nel cambiamento sono sotto gli occhi di tutti, e la città in ginocchio era prima e in ginocchio è ancora oggi, anzi i problemi si sono ulteriormente aggravati sotto tutti i punti di vista, da quello economico e finanziario a quello della mancanza di manutenzione di scuole, strade e impianti sportivi ect., fino al crescente impoverimento materiale e sociale di vasti settori della popolazione agrigentina.
Che il comune fosse strutturalmente fallito lo si sapeva già da prima, soprattutto lo sapeva Zambuto che sino a due anni fa, era assessore al bilancio nella giunta dell’allora pupillo del presunto salvatore della sagra del mandorlo in fiore o della sagra del "calamaro fritto". Ma il credito che nel maggio scorso gli agrigentini hanno dato a questo sindaco, non può essere ripagato con gli slogan e con la demagogia spicciola o con la presa in giro su tanti temi. Chi si ricorda la farsa sull’aumento del 60% della tariffa del canone idrico, che io denunciavo e che il sindaco negava? Lo avevo sfidato a portare le prove, ma non ho mai avuto risposta. Per non parlare dei falsi crediti esigibili di tributi Tarsu ed Ici, messi in bilancio per gonfiare le entrate. E potrei continuare ancora, ma per brevità vorrei concludere questa nota riprendendo un fatto già denunciato a suo tempo ma oggi illuminante per quanto si sta verificando adesso e che la dice tutta sull’origine "dell'innamoramento dell’on. Alfano".
Il 7 luglio 2007, sindaco ed amministratori agrigentini andiamo a Palermo per affrontare la questione dell’altissimo costo del dissalatore di Porto Empedocle. A conclusione della riunione con il Presidente della Regione, il sindaco detta per telefono un comunicato stampa, oscurando quasi tutti i presenti, tranne se stesso, il Presidente della Regione e mettendo in luce la "positiva" presenza del deputato Alfano, che guarda caso però non era presente alla riunione. Io l’ho fatto notare al sindaco, ma la risposta di Zambuto è stata: fatti i fatti tuoi, che questi sono i miei.
Credo che ancora molti elettori si ricordano i comizi e le grida di Zambuto contro Alfano additato persino come il principale responsabile dello stato disastroso in cui si trovava Agrigento, ma incredibilmente oggi è diventato il novello salvatore della città perché consentirà lo svolgersi della sagra del "calamaro fritto". Che importa se poi non si risolveranno i veri problemi della città, se al comune non ci sono soldi nemmeno per comprare un attaccapanni per le disastrose aule scolastiche.
Un suggerimento lo vorrei proprio dare a Zambuto, quanto sfilerà per la sagra del mandorlo in fiore, si vesta da Arlecchino.

Lillo Miccichè
della Segreteria provinciale dei Verdi, Agrigento

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