16 mar 2008

Agrigento 43 operai a rischi posto di lavoro

La tremenda situazione dei 43 operai agrigentini che rischiano il posto di lavoro è lo specchio delle assurde politiche di privatizzazione selvaggia operatasi in Italia ed in particolare in Sicilia negli ultimi anni. Malgrado la palese bocciatura dei progetti di sviluppo previsti allora e ancora oggi da valenti finanzieri della politica, non si mettono in discussione i cardini teorici di una ideologia che non smette di creare tremende disuguaglianze e voragini di debiti. Tutto ciò si ripercuote con i suoi pesanti effetti non solo su tutti quei soggetti deboli, ormai la stragrande maggioranza, ma anche su un altro soggetto che irrompe definitivamente sulla scena, sicuramente tra i più indifesi: l'Ambiente. La Campania, disastro di proporzioni planetarie, deve forzatamente far riflettere sulle attuali politiche gestionali di quelle necessità primarie come acqua, aria, energia, smaltimento e tanto altro che non staremo ad elencare per motivi di spazio e non perchè di minore inportanza, che non possono assolutamente convivere con la finanza che si fa in questo paese e la politica clientelare che c'è in questo paese ed in particolare in questa regione.
43 deboli che per l'importanza che rivestono ed il lavoro che svolgono dovrebbero essere pagati mille volte di più da chi li gestisce, cadono sotto gli interessi privati e di poltrona e si aggiungono, ma già lo erano, alla moltitudine silente dei senza reddito, dei migranti e dei senza speranza di cui questa provincia è strapiena. Gli Ato, vere sacche clientelari, malgrado i risultati negativi, rimangono l'unico modello gestionale plausibile nelle politiche del centrodestra e del centrosinistra incuranti dei danni che producono sia in termini di precarizzazione del lavoro, sia sull'Ambiente.

Camillo Gulotta
Commissario cittadino dei Verdi Agrigento
candidato al Senato Sinistra Arcobaleno

20 feb 2008

palazzo Lojacono sta crollando

Conferenza stampa di Lillo Miccichè:

giovedì 21 febbraio alle ore 11 ad angolo tra la via S.Vincenzo, Salita Itria e via Santa Maria dei Greci, ai piedi di un edificio barocco pericolante, detto palazzo Lojacono.

Allarme !!!! Sta per crollare un antico palazzo barocco nel centro storico di Agrigento e le autorità preposte perdono tempo ad intervenire a salvaguardia della pubblica incolumità. E’ a rischio la vita di decine di persone e si perderà per sempre un bellissimo edificio barocco sottoposto, prima dallo Stato, poi dalla Regione a vincolo e tutela monumentale.Per questi motivi domani, giovedì 21 febbraio alle ore 11 all'angolo tra la via San Vincenzo, Salita Itria e via Santa Maria dei Greci, Lillo Miccichè terrà una conferenza stampa ai piedi del palazzo pericolante per illustrare il dossier e la lettera aperta che invierà agli organi competenti. In particolare farà presente le responsabilità storiche del Comune di Agrigento per lo stato in cui si trova lo stupendo, ma pericolante palazzo barocco detto Lojacono. Alla conferenza stampa saranno presenti anche i proprietari degli appartamenti pericolanti dell’antico edificio.Alla stampa verrà consegnato copia della lettera aperta inviata agli organi preposti.

7 feb 2008

tassa Borbonica

Lettera Aperta al Sindaco di Agrigento
E p.c. Al Prefetto di Agrigento
Prima le cartelle pazze, poi quelle false, adesso arrivano quelle borboniche. Lillo Miccichè: Il comune sospenda subito gli avvisi di pagamento dell’assurda tassa dei “gradini e dei ballatoi”.
Egregio sig. Sindaco,prima le cartelle pazze, poi quelle false, ma non ci aspettavamo certamente quelle Borboniche! Mi riferisco agli ultimi avvisi di pagamento datati gennaio 2008, che l’Inpa (per conto del Comune di Agrigento) ha inviato a migliaia di malcapitati agrigentini, ai quali si chiede il pagamento della tassa del “ballatoio”, rampe di scale e “gradini” che prospettano sulle pubbliche strade, balzello fiscalmente ingiusto, inventato solo per riempire la casse del comune. Questa assurda tassa ricorda molto quella istaurata in epoca borbonica per far cassa, allora chiamata tassa sulle APERTURE (porte, finestre e balconi – vedasi pagina 129 del mio libro “Girgenti Le pietre delle meraviglie…cadute”). Sono trascorsi 2 secoli dal quel periodo storico, ma qui ad Agrigento pare che il fisco non si sia mai rinnovato, ed anzi, in base ad una assurda interpretazione del decreto legislativo 507 del 1993 applicato con delibera del consiglio comunale di Agrigento del 24/3/95 n.53, (Tosap, tassa per l’occupazione permanente del suolo pubblico) il comune si inventa di sana pianta la tassa del “ballatoio” e dei “gradini”. Pare che il brutto vizio di rispolverare antiche ed ingiuste norme il nostro comune non lo abbia mai perso, ed io nel 1995, nella qualità di consigliere comunale (del quale consiglio anche Lei ha fatto parte) con apposita interrogazione ho denunciato l’assurdità della tassa sui “BALCONI”, appunto una tassa risalente il periodo borbonico; in seguito, saggiamente, è stata ritirata (per memoria allego alla presente gli articoli dei giornali del 16 novembre 1995). Ritornando all’odierna tassa del “ballatoio” e dei “gradini”, vorrei chiederle se Ella abbia avuto modo di approfondire nel merito la tassa in questione, come e dove debba essere applicata, e se in particolare abbia avuto modo di leggere l’art. 38 del D.Lgs 507/93. Se non lo ha letto, La prego, lo legga, si renderà conto di quanto i suoi consiglieri fiscali siano degli azzeccagarbugli. Il 1° e il 2° comma dell’art. 38 recita: “1. Sono soggette alla tassa le occupazioni di qualsiasi natura, effettuate, anche senza titolo, nelle strade, nei corsi, nelle piazze e, comunque, sui beni appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile dei comuni e delle province. 2. Sono, parimenti, soggette alla tassa le occupazioni di spazi soprastanti il suolo pubblico, di cui al comma 1, con esclusione dei balconi, verande, bow-windows e simili…”Poiché il passo fondamentale del 2 ° comma recita: “con esclusione dei balconi, verande…”, si intende che i balconi e le verande, anche se sono sporgenti ai fabbricati, essendo parti integranti del medesimo complesso edilizio, non soggetti a concessioni separate rispetto all’intero complesso edilizio (gia complessivamente soggettato ad ICI). Poiché anche i “ballatoi” (o rampe di accesso all’abitazione) e i “gradini” sono parti integranti dei fabbricati, anche questi a rigor di logica devono essere considerati accessori edilizi assimilati ai balconi e alle verande ed a maggior ragione dato che le questioni qui sollevate fanno riferimento a tipi di accessori edilizi che riguardano tipologie costruttive nate in un contesto urbano antico della nostra città.Le diverse tipologie edilizie di accesso alle abitazioni del nostro centro storico, sia per cultura architettonica che per molteplici esigenze tecniche, sono caratterizzate da sistemi di accesso esterno alla sagoma del fabbricato (ballatoi, rampe di scale o gradini), ma anche da altri tipi di accessi posti all’interno dello stesso perimetro del fabbricato. Due tipologie, indipendentemente dal coevo periodo di costruzione, che sono comunque una peculiarità architettonica storica la cui differenziazione tipologica del costruito non comporta assolutamente diversi trattamenti fiscali, cioè quelli che hanno accessi interni, sono esentati da tasse, mentre quelli che hanno accessi esterni devono essere tassati. Una tale tassazione non risulta in nessun comune d’Italia, o meglio, non esiste in nessun centro storico d’Europa. Cosa diversa è la concessione permanente di suolo pubblico per la costruzione di un nuovo accessorio, ma come spiegato sopra assoggettare questa tipologia edilizia, come se fosse una ICI aggiuntiva, sfruttando illegittimamente una inesistente occupazione permanente di suolo pubblico, e non considerando i particolari casi costruttivi del centro storico esistenti da parecchi secoli, è una assurdità senza precedenti che deve essere condannata senza possibilità di appello.Ora in molti si domandano: come può un comune arrivare a inventarsi un illogico e sconclusionato balzello? Il comune fiscalmente non deve e non può essere né feroce né paternalista, deve essere fiscalmente giusto nei confronti dei contribuenti, soprattutto deve evitare di minare la quiete pubblica con queste cartelle pazze, false e borboniche, che in queste ultime settimane stanno facendo impazzire migliaia di cittadini.Egregio sig, Sindaco, Lei non perde occasione per affermare che non ha voluto dichiarare il dissesto finanziario perché non vuole mettere le mani nelle tasche dei cittadini, ma mi pare che la cura che sta portando avanti credo che sia peggiore del male. Le casse vuote del Comune non può riempirle attraverso questi sistemi ingiusti ed iniqui. Sia più giusto, fermi subito questo sconcio fiscale a danno dei cittadini, chieda all’Inpa di sospendere la procedura di riscossione per le palese incongruenze negli accertamenti.
Agrigento 6 febbraio 2008
Lillo MiccichèDella Segreteria Verdi Agrigento
La Sinistra l’Arcobaleno

6 feb 2008

25 gen 2008

Tutto deve convergere

Se questo è un paese civile

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24 gen 2008

Cuffaro SI' - - Prodi NO


Alle venti e trenta era tutto compiuto: All'Assemblea Regionale Siciliana il Presidente Cuffaro otteneva la fiducia, 54 sì 32 no; a Palazzo Madama il Presidente Prodi la sfiducia con 156 no e 161 sì.
C'è poco da ridere, ma c'è da chiedersi al di là dei numeri: ma dov'è andato Andreotti? Come mai è sparito dal Senato prima di votare? Di sicuro avrà saputo della fiducia a Cuffaro.
Boh? A pensar male qualche volta ci si azzecca..